Notizie storiche
L'Arcidiocesi ha come territorio di pertinenza la fascia marittima tra il Salto di Fondi e il Garigliano e, verso l’interno, la zona pedemontana che si estende da Monte S. Biagio a Castelforte. Sono ancora pertinenti le isole del gruppo ponziano. Il lungo tratto costiero, che comprende anche l’area geografica del Golfo di Gaeta, offre un paesaggio di rara bellezza, che, fin dall’antichita, è divenuto meta ambita per il riposo estivo e, nei tempi più moderni, zona balneare e turistica di primo piano. Dando un breve sguardo alla storia si può dire che le antiche civiltà hanno lasciato consistenti segni della loro presenza, tanto che l’intero territorio diocesano può essere considerato come una grande area archeologica.
Il mondo romano ha segnato profondamente l’organizzazione del territorio con le città, gli agglomerati militari, le strutture varie (Appia e Flacca), la portualità.
Proprio la portualità marittima e la via Appia hanno costituito il contesto idoneo per il propagarsi della fede cristiana sul modello di quanto era avvenuto in Campania, in particolare a Cuma, a Pozzuoli, a Pompei. L’Arcidiocesi gaetana è erede e continuatrice, attraverso complesse vicende, delle Diocesi di Formiae, Minturnae, Fundi, nate tra la fine del III secolo ed il IV secolo, grazie alle comunità cristiane, la cui attività evanggelizzatrice può farsi risalire già al primo secolo inoltrato. Le Diocesi erano disegnate sulle circoscrizioni territoriali romane: ciò accadeva per Formia, Minturno e Fondi posti sull’Appia, civitates durante il periodo repubblicano.
Alla caduta dell’Impero, durante i tragici eventi delle invasioni barbariche, i Vescovi delle comunità ecclesiali si segnalarono anche come punti cardine per l’unità cittadina. Queste terre, costituenti l’antico Formianum, appartenevano al Patrimonium Ecclesiasticum. Gregorio Magno aveva conosciuto le chiese locali di Formia, Minturno e Fondi insediandovi in seguito valide guide pastorali tra cui il vescovo formiano Bacauda.
Nel 590 lo stesso Gregorio Magno decretava la scomparsa della Diocesi di Minturnae unendola a qulla di Formiae. Attorno alla fine dell’VIII secolo si era assistito alla scomparsa, prima de facto, poi nel IX secolo de jure, della Diocesi di Formiae, quando venne ad essere sostituita da quella di Gaeta per l’avvenuto trasferimento della sede episcopale nel sicuro castro gaetano. Nasceva così dalle ceneri di quella formiana la Diocesi di Gaeta, mentre quella di Fondi continuava ad avere vita a sé stante fino al 1814, allorchè venne estinta e la sua circoscrizione fu assegnata a Gaeta. Durante il periodo ducale Gaeta registrava una forte espansione sociale, economica e culturale. La città e la sua diocesi si erano strette attorno alla figura del santo patrono Erasmo, il cui culto pubblico venne sancito negli Statuti cittadini. Quasi contemporaneamente sorgeva durante il pontificato di Leone III la Diocesi di Castroleopoli e Traetto (nome dedicato a papa Leone), che per breve tempo ricordò l’antica Minturnae.
La ripresa della civiltà urbana nel X secolo aveva favorito il rientro a Montecassino dei Benedettini Cassinesi, che, guardando al Golfo di Gaeta, acquisirono in breve tempo l’importante chiesa di S. Michele Arcangelo in Planciano a Gaeta e la ex cattedrale di S. Erasmo di Formia. In questo periodo anche nel territorio gaetano i monasteri divennero centri di produzione letteraria ed artistica propulsori per l’intero territorio, nel quale vennero costruiti numerosi cenobi. Prima i monasteri e poi la stessa Diocesi di Gaeta si dedicarono allo sviluppo della cultura e ad un’intensa produzione artistica, le cui tracce ancora permangono nelle strutture urbanistiche e templari.
I Vescovi delle due Diocesi di Gaeta e Fondi si segnalarono per la forte impronta pastorale ed evangelizzatrice nel periodo dell’età moderna, sia nelle fasi precedenti il Tridentino sia nella sua successiva applicazione.
La Diocesi di Gaeta veniva elevata ad Arcidiocesi da Pio IX il 31 dicembre 1848.